Bentornati su One Word Blog! Oggi vi propongo l’ennesima riflessione ispirata a un anime, anzi a uno dei tanti anime che sto guardando. Stiamo parlando di Terror in Resonance, un’opera che mi ha riportato a scrivere con la penna e ciò per me ha un forte valore simbolico. Grazie al dilemma che ci viene posto, ho sentito la necessitĆ di dover scrivere alla vecchia maniera per dare maggiore significato alle mie parole, soprattutto con un tema cosƬ delicato. Non mi resta che augurarvi una buona lettura!
Trama
La cittĆ di Tokyo ĆØ sotto attacco da un gruppo che si fa chiamare “Sphinx” composto, in realtĆ , da due ragazzi i cui nomi sono costituiti da numeri (Nine e Twelve). Con in mente uno scopo ben preciso, iniziano a piazzare ordigni esplosivi in giro per la cittĆ e a porre degli indovinelli via internet sfidando la polizia a risolverli per evitare l’esplosione delle bombe!
Riflessioni personali
(CONTIENE SPOILER!!!)

La prima impressione ĆØ stata di totale vuoto, mancava qualcosa. Poi ho compreso che la causa di tale sensazione ĆØ data dallo stile dell’anime, perchĆ© ĆØ questo che vuole comunicare: il vuoto che deriva dalle esperienze mai vissute e da qualcuno che ti allontana da una vita che non vivrai mai in effetti ĆØ impossibile riempirlo. Ed ĆØ proprio questo il dolore con il quale devono convivere Nove (Nain), il giovane uomo riservato con una mente brillante e Dodici (Tsuerubu), il ragazzo apparentemente infantile e secondo membro della Sfinge. Parallelamente, l’anime vuole quasi inneggiare alla vita, devo dire che si tratta di una scelta insolita se pensiamo che i personaggi stessi non hanno il coraggio di continuare a vivere, ma d’altronde, chi sono io per giudicarli in questo modo? Nessuno, ecco perchĆ© da ingenuo quale sono non mi dispiace affatto avere una visione più eroica di questi ragazzi, perchĆ© talvolta il peso di ciò che hai vissuto non ti permette di continuare a farlo e l’unica scelta ĆØ vivere nei ricordi. Inoltre quel senso di vuoto citato prima ĆØ affiancato da una conclusione davvero poco esaustiva, o almeno lo era.

Come dirò anche successivamente, la chiave per apprezzare l’opera ĆØ riuscire a sviluppare un pensiero personale riguardo agli avvenimenti dell’anime. Infatti, ho appreso solo ora che a rendere vivo e concreto il finale ĆØ proprio lo spettatore. Shinichiro Watanabe non ĆØ bravo soltanto nel saper coinvolgere pienamente chi guarda, ma, cosa che ho molto apprezzato, ci ha spinti anche a riflettere, per cercare una propria veritĆ sul dilemma morale che ci viene posto sin dai primi episodi. Watanabe ci racconta quasi all’inizio la storia dei due giovani protagonisti, cosƬ da concedere del tempo al pubblico per pensare e arrivare a una conclusione, che ci aiuterĆ a decidere se condannare o meno i due per le loro azioni e, naturalmente, influenzerĆ pesantemente l’opinione che avremo dell’anime. Queste azioni, ritenute in modo superficiale terroristiche, che vanno contro l’egoismo delle alte gerarchie cela quindi il dilemma e ci obbliga a dare una risposta alla domanda “ĆØ poi cosƬ sbagliato agire in tale modo?”. Preferisco non aprire parentesi, sarebbe per me troppo scomodo gestire la piega che può prendere il discorso. La scusa dell’argomento complesso mi soddisfa e quindi perchĆ© non dovrei conservare anch’io quel finto buonismo che mi rimane e nascondermi? Come fanno molti tra l’altro, o mi sbaglio?

Non posso, però, trattenermi dall’esporre una mia semplice idea, che non conta proprio un bel niente, ricordatelo! Credo che a volte l’uomo sia costretto a compiere determinazione azioni, perchĆ© il mondo può essere avverso e tremendo. E questa, chiaramente, non dev’essere una scusante per giustificarle e infatti non ha valore, ma riconoscere che esistano altre realtĆ più crude di quella nel quale viviamo ĆØ il minimo. E la premessa che ho fatto prima deve soltanto ricordarmi che non ho il diritto di parlare di cose che non conosco, di emozioni che non ho vissuto e di sensazioni che non ho mai provato.
Per un finale degno di essere chiamato tale ho pensato che a concludere questo articolo sarete voi! Riprendendo gli insegnamenti del maestro che ha creato Terror in Resonance, lascerò a voi il posto di autore, quindi sbizzarritevi nei commenti. Prima però ovviamente andateci a seguire sui nostri social Facebook e Instagram.
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