Ragnarok: Thor e Giganti uniti per la raccolta differenziata!

Scritto da Mattia

15/07/2021

Benvenuti ragazzi su One Word Blog! Oggi faremo la recensione di una serie che ho trovato molto strana, parlo di Ragnarok! Andiamo a vedere i punti che più mi hanno fatto storcere il naso…


Trama

La serie prende avvio ad Edda, una città inventata, al centro dell’affascinante e vasta campagna norvegese. Per scongiurare la catastrofe ambientale, Edda sembra essere destinata a un nuovo Ragnarok. Il tempo scorre inesorabile e per evitare l’apocalisse occorre che qualcuno intervenga.

Recensione

Prima iniziare, ho cercato di capire il motivo che spiegasse l’evento catastrofico Ragnarok. Leggendo la trama sembrerebbe un po’ strano ma effettivamente è così: la catastrofe ambientale porterà all’apocalisse. Adesso bisogna capire che la critica sulle condizioni in cui versa il nostro pianeta è fuori luogo in questo caso, tant’è che si usa come pretesto per avviare la storia nella prima stagione e sparisce, quasi totalmente, nella seconda. E dirò molto di più: la seconda stagione è anche meglio della prima.

Vi sconsiglio ugualmente di iniziare direttamente dalla seconda parte solamente perché sarebbe difficile seguire la crescita caratteriale dei personaggi che di per sé è molto confusa. Ritornando a noi, questo legame con la realtà a cui punta la serie è un limite veramente esagerato. Sarà anche l’idea di base sul quale si fonda la serie ma non la ritengo adatta. Ciò si nota quando molti miti della mitologia norrena iniziano ad entrare in scena.

L’unico ed inimitabile!

Oltre questa grande voragine, altri piccoli dettagli che mi hanno colpito negativamente risiedono nella recitazione, perché, soprattutto nella prima stagione, alcuni attori non li ho trovati del tutto pronti a vestire i panni di determinati personaggi e l’esempio più grande che posso farvi riguarda proprio il protagonista Magne, ossia David Alexander Sjøholt. La serie prende una scia decisamente più coerente persino con la tradizione nordica durante la seconda stagione, sicuramente perché inizia a sentirsi un’atmosfera soprannaturale e nettamente più seria. Nel complesso, la narrazione delle origini mitologiche scandinave mi ha incuriosito molto benché le conoscessi e lo ritengo un fatto positivo se consideriamo che la serie si basa praticamente su questo.

Un applauso in particolare devo farlo e questa volta mi riferisco a Jonas Strand Gravli nei panni di Laurits Seier, conosciuto più comunemente come Loki. L’unico attore che, dall’inizio sino alla fine, mi ha convinto. L’unico che ha saputo esprimere l’essenza di questo personaggio nella sua totalità .


Per questa recensione è tutto, spero di essere stato abbastanza esaustivo, anche se capisco che può essere molto complicato afferrare la mia idea. Per chiarirvi le idee, potete seguirci anche sul nostro Podcast, in cui parliamo molto di questi argomenti e non!

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