Un saluto a tutti dal vostro Garou!
Dopo due settimane circa ho finalmente finito My Hero Academia, sia le 4 stagioni uscite fino ad ora che i 2 film (non ho letto quindi il manga), ed adesso è arrivato il momento della mia “recensione”. Prima di iniziare devo sempre avvisarvi…
…ALLERTA SPOILER!!!
Comincio col dire che, prima di guardare l’anime, non conoscevo completamente quest’opera se non per alcune immagini viste sul web. Il primo impatto che mi ha dato, essendo io un grande fan di One Punch Man, è stato senza dubbio positivo ed effettivamente, andando avanti con la narrazione, scoprire in una maniera più seria e meno GAG (come succede per OPM) la “struttura” e le varie sfaccettature di una società il cui punto cardine è la figura dell’eroe, mi ha stupito non poco. L’universo di MHA è infatti strutturato benissimo ed anche la sceneggiatura non è assolutamente da meno. L’azione e le animazioni stesse sono a livelli estremi e, se siete qui solamente perché siete indecisi se guardare o meno quest’anime, vi lascio un video che vi farà subito decidere. (Non vi sono spoiler particolarmente importanti per la trama quindi potete guardarlo tranquillamente).
TRAMA
Nell’opera sono raccontate le vicende del giovane Midoriya, un ragazzo con il sogno di diventare un eroe che purtroppo, in un mondo dove più dell’80% della popolazione possiede delle abilità chiamate quirk, nasce come un semplice essere umano. Il quirk si manifesta all’età di 4 anni e, essendo ereditario, il piccolo Midoriya non aspettava alto che scoprire quale fosse il suo potere. Scopre tuttavia che, a causa della sua “genetica” non ha ereditato nessun quirk da parte dei genitori e, in una scena straziante (che viene riproposta per tutto l’anime), in cui il piccolo ammira, in preda alla disperazione e col volto ricoperto di lacrime, il suo idolo All Might, la madre gli confessa che non potrà mai diventare un eroe. Midoriya non si perde comunque d’animo ed inizia a studiare per poter realizzare il suo sogno. Un giorno, mentre era sulla strada di casa, il protagonista ormai cresciuto, si imbatte in un villain che e, proprio nel momento in cui stava per perdere i sensi, viene proprio salvato da All Might. A questo punto, quando Midoriya si vede salvato dal suo idolo, l’eroe numero uno, non esita e chiedergli se, anche un ragazzo senza quirk, sarebbe potuto diventare un eroe. Anche All Might, come la madre, risponde al ragazzo dicendo che il suo sogno è irrealizzabile.
Il ragazzo, perso d’animo, ritorna a casa e si imbatte di nuovo nello stesso villain di prima che, sfuggito ad All Might è riuscito a catturare Kacchan, un amico di infanzia del protagonista. Nonostante l’intervento di più eroi, nessuno riesce a risolvere la crisi e, mentre Midoriya in preda al panico si interroga sulla sorte del suo amico, “le sue gambe cominciano a muoversi da sole” ed il giovane studente senza quirk, si lancia in un raptus di eroismo a testa bassa verso il nemico. All Might, impossibilitato a combattere a causa del suo passato assiste a questa scena e, arrabbiato con se stesso per la sua incapacità, supera i suoi limiti per salvare i due ragazzi. Successivamente, proprio quando Midoriya, si rassegna al fatto che il suo sogno è ormai in frantumi, All Might lo sorprende e, riconoscendolo come eroe e come suo valido successore gli cede il proprio quirk: One For All. Da questo punto in poi il protagonista si allena per diventare sempre più forte e per riuscire a padroneggiare il suo immenso nuovo potere. Entra a far parte della Yuei, l’accademia per eroi più prestigiosa del Giappone, e, durante il suo primo anno, conosce il “mondo reale” di un eroe durante il suo battesimo del fuoco con l’Unione dei Villains. Tutte le quattro stagioni sono successivamente incentrate sulla classe 1-A della Yuei (classe di Midoriya), e sui vari avvenimenti che coinvolgono One For All e l’Unione dei Villains.
Considerazioni personali
Personalmente ho veramente amato quest’opera che, grazie agli ideali e soprattutto alla determinazione dei protagonisti, riesce tranquillamente ad influenzare la vita dello spettatore. E’ inutile dire che oltre alle scene fichissime caratterizzate dagli innumerevoli “io non perderò”, “il mondo intero conta su di me”, “devo farcela”, “devo riuscire a salvare tutti” o semplicemente “SMASH”, ci sono altrettante scene molto più profonde e, sinceramente, ritengo che l’arco narrativo della Yakuza con il salvataggio di Eri e la morte di Nighteye sia il migliore in assoluto. Il personaggio di Eri in particolare, insieme al rapporto che instaura con i suoi salvatori Mirio e Midoriya riescono a creare i momenti più seri e toccanti di tutta l’opera.
MHA ha tutte le caratteristiche che uno “shonen classico” deve avere, inserite in maniera divina all’interno dell’opera. Partiamo innanzitutto con la semplice esaltazione dell’eroismo, concetto cardine dell’opera che racchiude tutti i valori dell’eroe, incarnati proprio dal giovane Midoriya. In secondo luogo vi è anche la “filosofia” del superare i propri limiti, rappresentata dal motto della Yuei “Plus Ultra” e, caratterizzata in modo stupefacente dal protagonista che pur di adempiere al suo dovere non si fa scrupoli a danneggiare se stesso. Abbiamo ovviamente la costante sfida tra Midoriya e Kacchan il cui rapporto molto particolare si evolve durante una narrazione perfetta fino a diventare una vera e propria rivalità. Vengono inoltre trattati molti temi come ad esempio il bullismo, presente in primo luogo nel rapporto puerile tra Midoriya e Kacchan. Ovviamente anche il resto dei personaggi sono caratterizzati in maniera sublime ed Infine l’opera da’ anche spazio anche ai momenti di addestramento e di fratellanza presenti nella vita dei liceali della Yuei che forniscono ancora più profondità e spensieratezza alla trama.
Ho sentito dire da molte persone che MHA è il miglior shonen della nuova generazione e, malgrado io non abbia una cultura completa a 360° in quest’ambito, potrei essere d’accordo con questa affermazione. Dico “potrei” semplicemente perché tra tutti gli shonen che ho visto è sicuramente uno dei migliori ma, da come abbiamo potuto evincere negli scorsi anni il genere dello shonen ha moltissime sfaccettature differenti. Si passa da opere come Attack on Titan, che rasentano il seinen e trattano di argomenti molto più “pesanti” e seri, ad opere come Dr. Stone, che incarnano il perfetto spirito dello shonen visto da una prospettiva completamente diversa. A tal proposito, sia per gli argomenti trattati, che per le loro peculiarità, io ho personalmente apprezzato molto di più titoli come Dr. Stone o Attack on Titan e, per questo motivo, non mi sento di definire MHA come miglior shonen. Tuttavia è innegabile che se consideriamo solamente gli “shonen classici” della nuova generazione (un po’ come DragonBall e Naruto), MHA sta sicuramente sulla vetta.
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