L’Attacco dei Giganti: trama e recensione!

Scritto da Giorglx

10/12/2020

Pensavate forse di esservi liberati di me? Mi dispiace per voi, ma sono di nuovo qui!

Ripartiamo alla grande con la recensione di un anime che mi ha letteralmente fatto passare notti insonni: L’attacco dei giganti (Attack on Titan/Shingeki no Kyojin/come volete chiamarlo lo chiamate😂). Non sto scherzando, ho guardate tutte e 59 le puntate (vi ricordo che le puntate della nuova stagione escono alle 8.00 ogni martedì) in soli 4 giorni e non ho mai “mangiato” un anime così velocemente. Ovviamente la mia recensione farà riferimento solamente all’anime (dato che il manga l’ho letto solo in parte) ed alle stagioni che sono uscite fino ad adesso. Quindi partiamo.

Trama

L’umanità è costretta a rifugiarsi, per via dei cosiddetti giganti, all’interno di una grande “città fortificata”, divisa in distretti e difesa da 3 mura: il Wall Sina, il Wall Rose ed il Wall Maria. Nell’anno 845 compare un gigante alto circa 60 metri che con un calcio crea una breccia nella cinta esterna del Wall Maria, presso il distretto di Shiganshina. I giganti sciamano al suo interno divorando quanti più umani possibile, mentre questi cercano inutilmente di difendersi e scappare; tuttavia, prima che gli uomini riescano a chiudere le porte interne delle mura, un gigante corazzato le sfonda con un colpo e gli umani sono costretti a ripiegare all’interno del Wall Rose. L’umanità tenta in seguito una disperata riconquista del territorio perduto che fallisce miseramente. L’enorme perdita di uomini contribuisce per lo meno ad attenuare la carestia di cibo creatasi per la perdita di una porzione territoriale così grande. Il gigante colossale e quello corazzato spariscono misteriosamente dopo avere spianato la strada ai loro simili.

Fra i sopravvissuti alla tragedia vi sono i tre protagonisti della storia: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. L’accaduto genera in Eren, già impulsivo di natura, un odio verso i giganti superiore alla paura nei loro confronti, e giura di sterminarli tutti. Mikasa è un’orfana che dopo la perdita dei suoi genitori ha vissuto sotto l’ala protettiva della famiglia Jaeger, ma quel giorno — così come Armin, il miglior amico di Eren — anche lei perde tutto. A cinque anni di distanza dall’accaduto i tre amici sono cresciuti e sono entrati a fare parte dell’esercito, quando i giganti si presentano di nuovo. Per Eren, Mikasa, Armin e le altre reclute inizia così un crudele battesimo del fuoco.

Pareri personali

Parto subito col dire che, a differenza di ciò che dicono molti altri, il manga è stato trasposto in una maniera divina: in molte occasioni la caratterizzazione dei personaggi è resa molto meglio, ma anche i disegni non sono da meno. Il comparto musicale è meraviglioso e riesce a fare immedesimare chi guarda, per non parlare delle opening (Sasageyo, Sasageyo… vi ricorda niente?), ti entrano in testa e ogni volta che le senti vuoi alzarti in piedi per portare la mano al petto. A volte ciò che fa veramente la differenza in un’opera sono proprio le soundtrack, le quali ti catapultano in quel mondo pieno di adrenalina. Il doppiaggio è fatto veramente bene tuttavia io sono uno di quei “tradizionalisti” che preferiscono guardare l’anime in lingua originale, però “diamo a Cesare quel che è di Cesare […]” e un bel 9.5 se lo merita (il mezzo punto è per le urla, può sembrare una sciocchezza ma in un anime del genere danno tanto, ed in giapponese rendono molto di più). Come penso molti miei “colleghi” amanti di anime e manga, all’udire della voce di Flavio Aquilone (se non sai chi è, vai a riguardarti almeno 3 volte Death Note) un po’ mi sono eccitato.

Per quanto riguarda la trama è molto ben fatta e quasi nulla è lasciato al caso: possiamo dire che AOT è un anime moderno che riesce a superare molti shounen più famosi vecchio stampo e che molte volte, per i temi trattati, rasenta il seinen ed è riuscito a “fare breccia” nel cuore di molte persone (si, è un riferimento a Mortebianca e sono d’accordissimo con quest’idea). L’ambientazione spazio-temporale è medievale e, come appunto è espresso chiaramente, soprattutto da Eren, la situazione in cui si trova l’umanità è una sorta di “caverna di Platone”.

L’opera è stata molto criticata per via della “piattezza” di molti personaggi, anzi, alcuni dicono proprio tutti: vengono criticati personaggi come Levi, Erwin, i 3 protagonisti… ma mi trovo in completo disaccordo. La pseudo-piattezza di Levi è voluta ed è proprio questo che fa invece la profondità del personaggio, infatti il capitano è una persona molto riflessiva, e si vede in molte scene: si rattrista, si chiede se ciò che fa è giusto e per via di alcune perdite di persone care sprofonda per pochi attimi, ma si rialza grazie alla sua forza d’animo e soprattutto grazie alle esperienze che lo hanno forgiato e che gli forniscono questo carattere “ermetico”. Inoltre Levi è uno dei personaggi, oltre che fondamentali, più agili e (piccola curiosità se non lo sapeste) l’ala blu del corpo di ricerca è proprio lui, simbolo della forza, mentre l’ala bianca è Eren, simbolo della purezza, proprio perché egli agisce seguendo un obbiettivo puro, dal punto di vista dell’umanità, anche se poi ovviamente la situazione evolverà (mi fermo qui per evitare spoiler).

Vogliamo poi parlare del comandate del corpo di ricerca, Erwin Smith? Un’uomo tutto d’un pezzo, degno di un vero comandante ed proprio nella seconda parte della terza stagione che vediamo quanto in realtà sia ben fatto questo personaggio: oltre ad essere molto coraggioso, non si tira mai indietro, è proprio lui a farsi avanti in battaglia e, ripeto, tutto ciò è degno di un vero comandante. Anche lui insegue il suo sogno ed è probabilmente colui che lo fa più ardentemente di tutti gli altri, anche se non si capisce inizialmente.


(SPOILER Terza stagione seconda parte)

A mio parere, le puntate più belle in assoluto sono la 54, la 55 e la 56, ovvero quelle in cui il capitano Erwin rinuncia al suo sogno di scoprire la verità e confermare la teoria svelatagli dal padre per dare del tempo a Levi e dare una speranza a tutta l’umanità.

L’unico modo che abbiamo per opporci e lottare contro questo mondo crudele. SOLDATI INFURIATEVI, SOLDATI GRIDATE, SOLDATI… COMBATTETEE.

Il momento in cui il comandate alza il braccio, scoprendo quindi qual’ era stata stata la sua domanda da piccolo, per far capire che l’iniezione la doveva ricevere Armin è sicuramente il più toccante e significativo.

(FINE SPOILER)


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