Gli anime, la rivalsa della realtà dell’essere!

Scritto da Mattia

30/11/2020

Ultimamente, non avendo più la mia buona dose di ispirazione datami dal cinema, ho considerato l’idea di passare al lato oscuro e iniziare a guardare anime. Oggi, quindi, ho deciso di scrivere nero su bianco perché sento questo richiamo dall’Oriente.

Beh da dove posso iniziare? Un motivo quasi banale è la vasta produzione! Sono veramente tanti gli anime validi da guardare, a differenza dei film (chi vuole intendere, intenda). Entrando nel vivo di questa pseudo-recensione, abbiamo analizzato con la redazione vari anime (vi lascio qui l’articolo di Garou) , notando lo spessore morale, culturale e si, anche sociale presente. Mi sento di dire che la particolarità contenuta in queste opere è la partecipazione delle nostre emozioni alla visione. Qualcosa che, detto molto personalmente, nei film o nelle serie tv non trovo più. Non voglio fare differenze o addirittura avere la superbia di poter dire quali tra questi generi sia il migliore, non è compito mio, ma ritorniamo a noi.

Abbiamo notato che gli anime sono intrisi di riferimenti culturali di un certo spessore, ogni trama è curata nei minimi particolari e tutto fa parte di una grande idea dell’autore e questa è una certezza se stiamo attenti alle scelte stilistiche e sintattiche di quest’ultimo. Quindi si, in questo caso possiamo definirci gli “unitari” dell’epoca moderna.

Partendo da questo primo pensiero di base abbiamo scelto alcune scene di tre anime: JoJo, The 7 Deadly Sins e Death Note. Non sto qui a spiegarvi i ragionamenti contorti che abbiamo fatto per arrivare a queste conclusioni, il punto è che in queste scene l’empatia riesce ad esprimersi al meglio, come l’alito di vita di Dio da vita all’uomo, l’opera senza la nostra anima non assume il significato che l’autore vuole trasmettere. Noi, quindi, siamo la chiave di volta per riuscire a scoprire il vero significato nascosto.

Le animazioni, con la peculiarità descritta in precedenza, assumono un comportamento molto dinamico. Inoltre, vi è un sottile impianto realistico, che si ha nel momento in cui accettiamo il sacro patto narrativo con l’autore. Se, infatti premettiamo all’inizio della visione una base fantascientifica, guardando quindi l’anime da un aspetto prettamente emozionale, riusciamo a sentire quella vicinanza alla realtà. In conclusione, l’anime è un’opera che si serve dell’animazione per alleggerire il carico visivo all’autore, inserendo tematiche complesse per equilibrare tutto e il bello è che è tutto fatto bene! Questo, mi dispiace dirlo, ultimamente non l’ho trovato nel cinema (fatta eccezione per alcuni cult).


Anche per oggi ho finito di sparare cavolate, vi sollecito come sempre a passare sui nostri social Facebook e Instagram per supportarci e sopportarci anche lì!

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