Ecco perché dovreste conoscere JoJo!

Scritto da Garou

10/02/2021

Un saluto a tutti dal vostro Garou!

Oggi vorrei parlare un po’ di JoJo, un’opera tanto amata quanto criticata. Prima di iniziare vi premetto che sto scrivendo questo articolo dopo aver guardato tutta la serie animata, letto tutto il manga di Stardust Crusaders ed una parte di Stone Ocean. Per il momento, non ho intenzione di fare spoiler.


Mi rivolgo prima di tutto a chi non conosce completamente l’opera: Le Bizzarre Avventure di JoJo è un opera del mangaka Hirohiko Araki che continua ad andare avanti dal 1987. Essendo una serie molto lunga, si divide in diversi archi narrativi e precisamente:

  • Phantom Blood, arco narrativo di Jonathan Joestar, composto in Italia da 3 volumi ed ambientato a Liverpool intorno alla fine dell’1800;
  • Battle Tendency, arco narrativo di Joseph Joestar, composto in Italia da 4 volumi ed ambientato dapprima a New York e poi in varie località come Svizzera e Italia nel 1938;
  • Stardust Crusaders, arco narrativo di Jotaro Kujo, composto in italia da 10 volumi ed ambientato in tantissime località dell’oriente, precisamente nel tragitto tra Giappone e la città del Cairo nel 1988;
  • Diamond is Unbreakable, arco narrativo di Josuke Higashikata, composto in Italia da 12 volumi ed ambientato della città immaginaria del Giappone Morio-Cho nel 1999;
  • Golden Wind, arco narrativo di Giorno Giovanna, composto in Italia da 10 volumi ed ambientato esclusivamente in Italia nel 2001;
  • Stone Ocean, arco narrativo di Jolyne Kujo, composto in Italia da 11 volumi ed ambientato in Florida tra il 2011 ed il 2012;
  • Steel Ball Run, arco narrativo di Jhonny Joestar, composto in Italia da 16 volumi ed ambientato negli Stati Uniti del 1890;
  • JoJolion, arco narrativo di Josuke Higashikata, composto in Italia da 22 volumi ancora in corso ed ambientato a partire del 2011 nella città di Morio-Cho.

Probabilmente vi ho un po’ confuso le idee quindi lasciatemi spiegare che in tutte le serie il protagonista, affiliato in qualche modo alla famiglia Joestar, si ritrova a dover sventare i piani del cattivo di turno. I primi 6 archi narrativi sono tutti degli shonen la cui trama è intrecciata e sono quindi ambientati nello stesso universo mentre, gli ultimi due, sono dei seinen, ambientati in un universo completamente diverso in cui vengono più volte ripresi nomi e località delle storie precedenti. Al protagonista delle varie serie, viene inoltre sempre affibbiato il soprannome di JoJo. Vi dico per finire che, mentre nei primi due archi narrativi i protagonisti combattono contro una sorta di vampiri (e non solo…) utilizzando le “onde concentriche”, dalla terza serie in poi entrano in gioco gli Stand, rappresentazioni della forza spirituale di un uomo, ognuno con poteri e caratteristiche diversi.

Dopo aver fatto questa non breve parentesi sull’opera, voglio spiegarvi perché ho amato JoJo. Soprassediamo per adesso l’impatto che l’anime ha avuto con il pubblico e la conseguente viralità dell’opera. Ho iniziato a guardare JoJo solo ed esclusivamente perché mi incuriosiva, né più né meno. Non sapevo assolutamente niente dell’opera e mi sono buttato a capofitto. La trama mi ha coinvolto tantissimo e malgrado alcuni archi narrativi possano risultare più banali di altri, nessuno ti lascia mai insoddisfatto. La cosa bella (forse dovrei definirla brutta) è che i personaggi, caratterizzati benissimo ed al quale ti affezioni anche più del protagonista, finiscono prima o poi per morire e, questa realisticità, penso che sia uno dei punti di forza dell’opera.

Se volete avvicinarvi a JoJo e non potete spendere un patrimonio per acquistare tutti i manga, vi consiglio di buttarvi sull’anime. Fino ad ora, nell’anime di JoJo, sono stati rappresentati i primi 5 archi narrativi, da Phantom Blood, a Golden Wind e sinceramente ritengo che siano molto più coinvolgenti del manga. Di solito se paragoniamo l’opera cartacea con quella animata il paragone non regge mai ed il manga è sempre meglio ma, parlando di JoJo, vi assicuro che la situazione è diversa. Partiamo dal presupposto che, almeno per quanto riguarda Stardust Crusaders, nell’anime viene riprodotta fedelmente ogni sfaccettatura del manga (pochissime scene e battute del tutto irrilevanti vengono eliminate) ed inoltre le animazioni sono ben fatte, ben bilanciate ed incarnano benissimo lo stile estroso del maestro Araki. Ovviamente non sono ancora entrato nel vivo della spiegazione: ciò che ha reso virale JoJo e ciò che ha definito la sua fanbase “cancro” e tossica, sono state le miriadi di memes che sono spopolate sul web.

Ho già sottolineato che l’anime è fedelissimo al manga e quindi, cos’è che l’anime può vantare in più rispetto ad esso? Cos’è che ha dato più lustro all’opera? La risposta è semplicissima. Ciò che ci ha fatto amare l’anime, sono il doppiaggio (ovviamente quello giapponese) e le colonne sonore. E’ questo che essenzialmente ha reso l’anime fichissimo: delle interpretazioni sublimi che si uniscono in un connubio di puro divertimento e tamarraggine, a delle colonne sonore stratosferiche ed allo stile ed alla storia bizzarra ed unica di Araki. Il celebre “Kono Dio Da” e lo skit finale “To be continued” (che ha fatto la storia delle memes nel lontano 2013) all’interno di Phantom Blood, l’urlo di Joseph davanti alla tomba del suo amico in Battle Tendency, le colonne sonore di Stardust Crusaders e Diamond is Unbreakable, Golden Wind, la colonna sonora dell’omonimo arco narrativo e chi più ne ha più ne metta. Con questo non voglio sminuire l’opera cartacea, sempre appassionante e di uno stampo completamente diverso rispetto all’anime, ma voglio solamente dire come, parlando di JoJo, non si può assolutamente sindacare sulla buona riuscita e sulla validità dell’anime. Dato che ho intenzione di parlare ulteriormente dell’opera in modo più specifico ed in diversa sede, al momento non voglio dilungarmi più di tanto. Spero di avervi invogliato a scoprire questo capolavoro!


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